Marco Marinò di FenImprese Taranto: dobbiamo trasformare il Territorio Tarantino da terra di conquista a Terra di opportunità.

Le Imprese e le Amministrazioni devono finalmente fare squadra per sviluppare come merita la provincia di Taranto. Con FenImprese siamo al fianco delle aziende ioniche e lieti di stare ai tavoli delle Istituzioni locali e regionali.

Non credo che a Taranto debbano spaventarci la Cina o Ferretti, in un mondo che abbiamo voluto ‘globale’ ci sta. Il punto principale è un altro, ed è proprio sulla ‘reciprocità delle azioni’ e sulla ricaduta nel territorio che una azienda non locale (non italiana) deve garantire.

Questo lo abbiamo già visto con ex Ilva: poca attenzione al territorio rispetto all’ambiente, alla comunità, alla partecipazione su azioni alternative, su agevolazioni in merito a costi di energia ed interventi strutturali nella città che l’ha ospitata, solo per fare qualche esempio.

Dicevo, che la reciprocità sta nella possibilità di permettere anche ad aziende italiane di fare lo stesso negli stessi paesi (o regioni ) da cui provengono queste aziende. La reciprocità sta nella condivisione di regole, ambientali, sociali, di sostenibilità e di sviluppo, sul quale ci si vuole insediare.

Bene Ferretti, ma bisognerebbe chiedersi se l’azienda verrà ad occupare solo un posto vantaggioso da un punto di vista logistico e fiscale o porterà “anche” opportunità di indotto al nostro territorio. E qui ci sarebbe da porsi la domanda su che tipo di indotto potrebbe creare. Vediamo alcune ipotesi di indotto:

  • Attività navalmeccanica? La Ferretti dovrà prima soddisfare la propria forza lavoro prima di andare a chiedere ‘fuori’ dal suo contesto.
  • L’allestimento interno delle navi? Nel territorio tarantino non ci sono aziende del settore.
  • Sistemi elettronici, di comunicazione? Forse…

Credo sia il momento di capire, finalmente, come trasformare il nostro territorio da terreno di conquista a Terra di opportunità (per chi ci vive). Chiedere alla Ferretti di portare a Taranto anche il  know how,  affinchè possa completare la filiera di produzione qui nel nostro territorio attraverso un processo di riconversione di aziende che ad esempio facevano allestimenti navali militari. E’ stato chiesto? E’ stato proposto?

Tali “buoni esempi” potrebbero essere replicati per Cinesi, Turchi e altri che vorranno venire. La questione di rendere appetibile un territorio con un indotto che risponda non passa solo dalle esigenze di una sola parte sociale o dell’altra, ma dalla concertazione sinergica di tutte le parti territoriali come Enti Locali, Autorità, Scuole, Comunità e Associazioni datoriali che possano creare un piano a breve, medio e lungo termine, per creare e lasciare “effettivamente” ricchezza nel territorio.

Se cosi non sarà , rimarremo sempre nella miopia degli interessi di pochi, dove il bene dell’individuo che si arricchirà (speriamo almeno quello) lascerà le briciole, ed il territorio tarantino sarà ancora come quel topolino che aspetta che qualcosa cada da una mensa ricca di cibo, dimenticando ancora una volta che Taranto NON è un topolino e che quella ricca mensa è stata apparecchiata a casa sua, sui suoi tavoli.

Marco Marinò

Presidente FenImprese Taranto

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